Volkswagen chiude le fabbriche per colpa dei costi del lavoro

Intervista all’amministratore delegato del marchio di Wolfsburg, Thomas Schäfer, da parte del settimanale Welt am Sonntag.
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Parole pesanti quelle dell’amministratore delegato del marchio di Wolfsburg, Thomas Schäfer, al settimanale Welt am Sonntag: sì a licenziamenti (quanti non si sa) e alle chiusure delle fabbriche (quante non si sa). Obiettivo, tagliare 4 miliardi di euro di costi. FRra i motivi, il fatto che i costi del lavoro negli impianti tedeschi di Volkswagen siano il doppio di quelli dei concorrenti, oppure della stessa azienda in Spagna e in Europa orientale. Secondo guaio: la domanda non risalirà.

Ammesso che i tagli arrivino, occorre poi vedere – aggiungiamo – se basteranno in futuro. Qualora la domanda calasse ancora, quale provvedimento? Altri tagli? E se la concorrenza elettrica di Tesla e dei cinesi fosse ancora più forte, cosa farebbe VW?

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Il sindacato IG Metall farà fuoco e fiamme

Ora, è battaglia contro il sindacato IG Metall, che ha già chiamato i lavoratori alla mobilitazione. Daniela Cavallo affila le armi. “In definitiva, qualsiasi soluzione deve ridurre sia la sovracapacità che i costi”, ha detto Schäfer. “Non possiamo semplicemente mettere un cerotto sulla ferita e continuare a trascinarcela dietro, perché dopo tornerebbe a farci male in maniera seria. Ci vorrebbe semplicemente troppo tempo. Non ha senso ritardare la ristrutturazione fino al 2035. A quel punto, la nostra concorrenza ci avrà già staccato”. Non solo: il manager chiede anche il taglio degli stipendi del 10%.

Tre mosse sanguinose

Quindi, ricapitolando.

Uno: chiusura di non si sa quante fabbriche.

Due: taglio di un certo e non quantificano numero di dipendenti.

Tre: decurtazione del 10% dei dipendenti che restano. 

Dumping salariale 

Il disastro è duplice. Primo: l’elettrico imposto dall’Ue. Secondo: l’Europa ha eseguito dumping salariale. Con stipendi bassi, le persone non hanno soldi per comprarsi l’auto nuova. Neppure l’usato recente. Al massimo un vecchio usato. In Paesi meno sviluppati, i costi del lavoro sono bassissimi: le aziende desiderano andare in quelle a produrre in modo da poter offrire qui a prezzi adeguati e fare profitti. Una politica di natura sinistroide che ha pervaso il Vecchio Continente, divorato dalla Cina. Il calo dei costruttori Ue nel mercato cinese pesa troppo, infine.

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