Prezzi auto, De Meo (Renault) lancia l’allarme su crisi industriale e sociale

“Un secolo fa, un operaio poteva acquistare una Ford Model T. Oggi, non può nemmeno permettersi una Dacia”, afferma Luca De Meo.
luca de meo, ceo renault

Il dirigente che ha guidato la rinascita di Renault si esprime sul futuro dell’industria automobilistica europea. Secondo Luca De Meo, per anni, le normative di Bruxelles “hanno favorito le case tedesche”, che hanno prosperato grazie alla vendita di auto di fascia alta e con motori potenti. Ora, però, è necessario “spostare l’attenzione su vetture più compatte ed efficienti”.

Dopo aver riportato Renault in attivo e distribuito dividendi agli azionisti, De Meo si conferma come una figura chiave del settore. Con un passato accanto a Sergio Marchionne e un ruolo di primo piano in Volkswagen, ora è l’italiano che insegna ai francesi come far fruttare il business delle quattro ruote. Durante l’incontro tenutosi al Kilometro Rosso, polo di innovazione vicino a Bergamo e sede di Brembo, De Meo è subito entrato nel cuore della questione. “Secondo analisi indipendenti, nel 70% dei casi un’auto elettrica ha un impatto ambientale inferiore rispetto a una termica. Tuttavia, non è adatta a tutti gli scenari: funziona benissimo per la mobilità urbana e per i mezzi da lavoro in città, ma non è altrettanto efficace per i trasporti a lunga percorrenza o i camion”.

luca de meo, ceo renault

De Meo ha poi sottolineato come la Cina stia puntando sugli ibridi plug-in, considerandoli una tecnologia strategica. Un dettaglio interessante? Nel settore automobilistico cinese, gli ingegneri specializzati in motori ibridi guadagnano più di quelli che lavorano sulle auto elettriche, segno che il mercato orientale sta diversificando il proprio approccio.

Il vero nodo della questione, secondo De Meo, è il mancato ricambio delle auto circolanti. “Negli ultimi vent’anni, l’età media delle vetture sulle strade europee è passata da 7,5 a 12 anni. Anche se le nuove auto sono più efficienti, l’inquinamento rimane alto perché la gente non cambia la propria vettura”. Per spiegare la questione in modo ancora più chiaro, ha fatto un paragone storico: “Un secolo fa, un operaio poteva acquistare una Ford Model T con il proprio stipendio. Oggi, con lo stesso livello di reddito, non può nemmeno permettersi una Dacia”.

Se il problema ambientale si vuole davvero affrontare, servono auto nuove ed efficienti. Ma se i consumatori non possono permettersele, la transizione rischia di restare solo un’idea astratta. Sulle normative europee, che negli ultimi due decenni hanno favorito auto sempre più grandi e sofisticate, il manager Renault non si è risparmiato. “Le regolamentazioni impongono costi aggiuntivi: se aggiungo 400 euro di dotazioni obbligatorie a una Twingo, ha un impatto enorme. Su una berlina di lusso, invece, è quasi irrilevante. Così facendo, le piccole auto sono diventate economicamente insostenibili per i produttori”, ha dichiarato De Meo.

Con un pubblico meno interessato all’acquisto e con un potere d’acquisto sempre più debole, il settore dovrà inevitabilmente adattarsi. Abbassare i prezzi e offrire soluzioni realmente accessibili sarà la chiave per il futuro dell’auto in Europa.

NotizieAuto.it fa parte del nuovo servizio Google News, selezionaci tra i preferiti cliccando in alto la stellina Clicca Qui!