Ci sono auto che si distinguono dalla massa ed altre che entrano nell’Olimpo della specie. La Porsche 911 Turbo prima serie appartiene a questo ristretto gruppo. Mettere in garage un oggetto del genere equivale ad assicurarsi un pezzo di storia. Belle le sue forme, inebrianti le scariche di adrenalina regalate a chi siede al volante, a condizione di saperci fare, perché qui il rischio che il gioco finisca male è dietro l’angolo.
Per chi non ha problemi economici, una ghiotta opportunità viene offerta da Mecum Auctions, che mette all’asta un esemplare del 1976. La vendita si svolgerà a Glendale, in California, a inizio marzo. Probabile un certo interesse verso il modello, che esercita una forte potere di richiamo nell’universo del collezionismo. Fra i plus, la relativamente bassa percorrenza accumulata nel tempo: 47.967 miglia (circa 77.195 chilometri). Ad essere proposta alla tentazione dei potenziali acquirenti è la Porsche 911 Turbo 3.3 con telaio numero 9306800333.
La sua carrozzeria è vestita da un elegante color argento, che ne esalta le sinuosità espressive. Peccato per alcune decalcomanie, fortunatamente asportabili. Gli interni sono in nero/scozzese: un classico. Presentata al Salone di Parigi dell’ottobre 1974, questa vettura (nota come 930) fu l’espressione stradale del sapere agonistico della casa di Stoccarda in quel periodo storico. Immediato il successo nelle vendite.
Da lei fu derivata la 935 Turbo, che seppe brillare in pista, con successi di primissimo livello. Al momento non abbiamo indicazioni sul possibile valore di vendita, ma non ci vogliono le stime degli esperti per capire quanto un modello del genere sia fuori dalla portata dei comuni mortali. La Porsche 911 Turbo iniziale gode della spinta di un sei cilindri piatto e sovralimentato da 3.3 litri di cilindrata, che trasmette i suoi 300 cavalli sulle ruote posteriori con l’ausilio di un cambio manuale a quattro marce.
Viaggiare con lei ha il sapore di un’avventura romantica, condita da scariche di adrenalina vecchio stampo. Qui ogni colpo sul pedale dell’acceleratore incolla al sedile, ma la finezza caratteriale non è certo quella delle auto moderne del marchio. Senza arte del pilotaggio a farsi male ci si mette un attimo.
Fonte | Mecum Auctions