Per BMW un trauma più che un richiamo sui freni

“Non si tratta di un semplice richiamo, è uno choc”, ha affermato Ferdinand Dudenhöffer, direttore del Center for Automotive Research di Bochum. 
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Mega richiamo mondiale BMW sui freni. In caso di guai come questo, la parola va ai super esperti: “Non si tratta di un semplice richiamo, è uno choc”, dice Ferdinand Dudenhöffer, direttore del Center for Automotive Research di Bochum. Attenzione perché poi specie in Usa non scherzano: stando alle normative statunitense, i Gruppi automobilistici subiscono multe se non segnalano in maniera tempestica i problemi di sicurezza alla National Highway Traffic Safety Administration. 

Domanda su BMW

Nella situazione in esame, il produttore – ossia BMW Group – poteva ragionevolmente non essere a conoscenza di un difetto? Anche dopo settimane o mesi? Risposta: sì. Perché la NHTSA non ha multato BMW per il richiamo dei freni. Addirittura due anni sono stati necessari al Gruppo per scoprire l’entità di un guasto al sistema frenante: ora, deve sborsare un miliardo per la riparazione. Da giugno 2022, le lamentele. Adesso, un danno d’immagine fortissimo che si somma a qualche scricchiolio a livello di vendite. Solo il mese scorso la società si è resa conto che fino a 1,5 milioni di auto potrebbero contenere la parte difettosa. Il nome del fornitore è Continental. In teoria, doveva essere un sistema più leggero ed efficiente. 

Il sistema frenante ce brake-by-wire utilizza impulsi elettronici anziché la tecnologia idraulica integrata. La funzione di “frenata di potenza” pensata per ridurre la quantità di forza necessaria per attivare i freni non si è attivata completamente in alcuni veicoli. Zero incidenti o feriti a causa del guasto dei freni. Dentro, 1,5 milioni di auto di vari marchi prodotte da BMW, tra cui Rolls-Royce Spectre da 420.000 dollari, berline di punta Serie 7 e SUV XM.

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Secondo choc

Andrew Graves, analista automobilistico e professore emerito presso l’Università di Bath, ha affermato che un numero crescente di richiami sta sollevando “serie domande” in merito alla due diligence delle case automobilistiche sulle loro catene di fornitura. “Forse il settore deve concentrarsi sulle competenze di base per evitare tali problemi in futuro?” ha affermato in un commento via e-mail.

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