Le 5 migliori auto sportive direttamente dai ruggenti anni Ottanta

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Sono gli anni Ottanta, quelli dei successi in classifica di Michael Jackson. Sono gli anni dell’arrivo di MTV, dell’Atari 2600, della capigliatura Mullet, delle dissolvenze hi-top e delle permanenti. Ma ci sono anche delle grandi auto sportive, in un’epoca in cui l’industria automobilistica dominata dalle tecnologie analogiche non si era spostata al governo di microchip e computer.

Le automobili di quest’epoca rappresentano la nostalgia per quell’analogico che oggi non abbiamo più a disposizione. Tutto questo, indipendentemente dal fatto che tu abbia vissuto quel periodo o meno. Purezza e concretezza delle auto sportive degli anni Ottanta restano ancora oggetto di grande ammirazione. Allora, una buona auto sportiva non veniva mai pubblicizzata per il suo 0-100 o per la potenza espressa. Questo gruppo “demografico”, in genere, mantiene un amore senza confini verso le silhouette squadrate, i fari a scomparsa, i turbo lenti e i motori aspirati. Ecco alcuni modelli, quelli diventati mitici, di 5 auto sportive degli anni Ottanta.

Audi Quattro

Audi-Quattro

L’ Audi Quattro spicca nella storia automobilistica. Arrivata la prima volta nel 1981, l’ Audi Quattro avrebbe rivoluzionato le corse di rally, successivamente avrebbe spinto la tecnologia automobilistica. È stata la prima auto da rally a utilizzare in modo efficace e affidabile la trazione integrale e sarebbe diventata un punto di riferimento. La Sport Quattro erede del 1984 era equipaggiata con un propulsore turbocompresso a 5 cilindri assolutamente unico che produceva 302 CV a 6.500 giri al minuto.

BMW E30 M3 (in copertina)

Basata sulla Serie 3 dell’anno modello 1986, utilizzava il motore BMW S14 per trasformarsi in un’auto sportiva a trazione posteriore dedicata al vero appassionato. Il motore a 4 cilindri aspirato produceva 215 CV senza convertitore catalitico. Il modello “Evolution” produceva fino a 220 CV e includeva vetri posteriori e laterali più sottili, un cofano del bagagliaio più leggero, uno splitter anteriore più profondo e uno spoiler posteriore aggiuntivo. Si tratta della genesi di una delle più grandi auto sportive al mondo.

Honda CRX

CRXSi_1989-Honda

Si tratta di uno degli antenati di quel gruppo di “compatte sportive” che alla fine avrebbe costituito un vero e proprio tsunami orientale nel mondo. Affidabile, pratica, divertente, sportiva e conveniente, la CRX è stata una delle prime auto al mondo a fondere con successo ciascuna di queste caratteristiche. Il motore a 4 cilindri da 1,5 litri si abbinava perfettamente all’agilità del telaio, producendo una vivace potenza di 105 CV.

Mazda RX-7

Mazda-RX-7-Turbo-II

Molti la consideravano come una “Porsche 924 dei poveri”. L’auto a motore rotativo era praticamente e anche il suo stile assolutamente giapponese degli anni ’80 contribuisce al suo fascino generale. Linee squadrate, fari a scomparsa e interni analogici: la RX-7 rappresentava una marcia in più rispetto agli altri modelli. Aveva un propulsore turbocompresso (al posto dei motori Wankel ad aspirazione naturale visti nel resto della gamma) e con la trazione posteriore erogava 182 CV.

Nissan Skyline GT-R

1989-Nissan-Skyline-GT-R

È una delle più celebri del Giappone, oltre al fatto che ha messo su un curriculum glorioso con oltre 200 vittorie in gare, cinque vittorie consecutive in tutti i campionati di auto da turismo giapponesi e il record sul giro (non ufficiale) per un’auto di serie al Nürburgring. Ogni aspetto della Skyline GT-R, dall’aerodinamica alla rigidità della carrozzeria, è stato messo a punto attraverso le gare. Sospensioni multi-link anteriori e posteriori, trazione integrale intelligente a controllo elettronico, un propulsore a 6 cilindri in linea da 2,6 litri con 24 valvole e un motore potenziato a 276 CV da una coppia di turbocompressori in ceramica: la R32 spingeva in avanti i confini dell’ingegneria delle auto sportive.

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