Il muro è crollato con la brutta trimestrale Stellantis: quando i numeri ti danno contro, si fa dura. Adesso, per il capo del Gruppo, Carlos Tavares, un autunno di fuoco, con 5 fiamme. D’altronde, per compensi di 36,5 milioni di euro, sono oneri che molti saprebbero sopportare.
Uno. Il presidente UAW, il sindacato dei lavoratori del settore automotive, Shawn Fain, ha detto: “Il problema non sono i lavoratori, il problema è quest’uomo: Tavares. Le vendite sono in calo, i profitti altrettanto e gli stipendi degli amministratori sono molto, molto alti”.
Due. Le concessionarie Stellantis Usa lo accusano di aver danneggiato i marchi. Le mosse hanno finito per ridurre la quota di mercato di Jeep, Ram, Dodge e Chrysler. Ma il gruppo nega.
Governo Meloni contro
Tre. “Tocca a Stellantis rilanciare l’auto in Italia e noi aspettiamo una risposta da tempo. Il governo ha fatto la sua parte, il Gruppo no”. Lo ha detto il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Tuttavia, il Gruppo ha detto: “Siamo concentrati su piano, governo crei condizioni”.
Quattro. Il governo Meloni spinge affinché Stellantis faccia la Gigafactory di Termoli, anche con le risorse del Pnrr. Altrimenti, quei soldi saranno dirottati altrove. Ma il Gruppo prende tempo, in un contesto automotive molto critico.
Maserati caos
Cinque. Tavares e Stellantis sotto accusa per la mail inviata ai dipendenti Maserati, anche ai cassintegrati: “Caro collega, siamo lieti di annunciarti che dal mese di settembre avrai la possibilità di acquistare una nuova vettura Maserati a condizioni dedicate a te, ai tuoi familiari e ai tuoi amici. La nostra straordinaria gamma ti aspetta! Potrai scegliere tra i modelli Grecale, GranTurismo GranCabrio e configurarli come preferisci direttamente sul sito maserati.it, a eccezione di personalizzazioni Fuoriserie”.