La normativa europea sulle emissioni è piuttosto “spaventosa” per i produttori, ma ammette anche delle scappatoie. Tutto ha un prezzo, ovviamente. Dietro ogni regolamento, lo sappiamo, si nasconde spesso una via d’uscita per aggirarlo. Il settore delle emissioni automobilistiche inquinanti non fa eccezione.
Negli ultimi giorni, l’attenzione si è concentrata sulla normativa CAFE (Clean Air for Europe), in vigore dal 1° gennaio 2025, che impone limiti rigorosi alle emissioni medie delle vetture vendute da ogni produttore. Dal 2025, le emissioni medie dovranno scendere a 93,6 grammi di CO2 per chilometro, che consiste in un traguardo particolarmente sfidante.
Chi non rispetterà i nuovi limiti rischierà multe salatissime: 95 euro per ogni grammo eccedente per ogni auto venduta. Con numeri elevati, i costi possono diventare astronomici, costringendo i costruttori a trovare strategie per ridurre o evitare queste sanzioni. Un’opzione immediata potrebbe essere puntare maggiormente su veicoli elettrici o ibridi plug-in. Gli impietosi dati del 2024 mostrano un mercato incerto, e per molti marchi è come minimo rischioso affidarsi alla speranza che i consumatori si “convertano” in massa all’elettrico.
Per esempio, Volkswagen dovrebbe raddoppiare la percentuale di vendite di auto elettriche, portandola dal 13% al 30% in un solo anno, mentre Mercedes dovrebbe incrementare del 11%. Per aggirare i vincoli sulle emissioni, i produttori stanno studiando soluzioni alternative. Una strategia può essere certamente rimandare l’immatricolazione di auto elettriche vendute a fine anno o posticipare la consegna di veicoli a combustione al 2026. Che altro?
Una via possibile, permessa dalla normativa, è il commercio dei crediti di carbonio, un meccanismo che premia chi riduce o cattura le emissioni. Tesla, ad esempio, guadagnerebbe enormi somme vendendo i suoi crediti a marchi meno virtuosi. Non finisce tutto con i crediti. C’è il pooling delle emissioni, una pratica che permette ai produttori più inquinanti di collaborare con aziende a basse emissioni per ridurre la media complessiva.
Marchi come Suzuki e Mazda stanno cercando partnership con Volvo e Toyota, mentre giganti come Volkswagen e Renault considerano apertamente il pooling per evitare multe sulle emissioni. La competizione si sposta, quindi, dal solo mercato al campo delle alleanze strategiche per dribblare le difficoltà e, di fatto, l’impossibilità di rientrare nelle normative.