Si fa bollente la questione dazi UE sulle auto elettriche Made in China ed esportate qui. La Cina ha fatto del suo meglio per spingere a favore dei negoziati con l’Unione Europea, ha affermato un portavoce del ministero del Commercio del Dragone, He Yadong, quasi quattro mesi dopo l’entrata in vigore delle restrizioni punitive alle importazioni. Il blocco ha votato per aumentare i dazi fino al 45,3% a ottobre dopo che la Commissione Europea, che supervisiona la politica commerciale, ha avviato un’indagine anti-sovvenzioni per verificare se le aziende cinesi abbiano beneficiato di sovvenzioni e finanziamenti preferenziali, nonché di terreni, batterie e materie prime a prezzi inferiori a quelli di mercato. “Si spera che l’UE prenda atto dell’appello dell’industria e promuova la cooperazione bilaterale sugli investimenti attraverso il dialogo e la consultazione”, l’aggiunta.
Rischi tremendi
L’anno scorso la Cina ha avviato le proprie indagini sulle importazioni di brandy, latticini e prodotti suini dell’UE. “Condurremo l’inchiesta in modo aperto e trasparente in conformità con le leggi e i regolamenti cinesi e le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio”, ha detto He Yadong. A dicembre, il ministero del commercio cinese ha deciso di estendere la sua indagine anti-dumping sulle importazioni di brandy dell’UE di tre mesi, fino al 5 aprile.

Tre guerre in contemporanea
Sarebbe una guerra commerciale fra Cina e UE, che intanto combatte politicamente anche contro USA e Russia. Davvero il Vecchio Continente può permettersi una strategia automotive così aggressiva? Attenzione: se fosse un bluff e qualcuno al tavolo venisse a vedere le carte di Bruxelles, scoprendo che ha il nulla in mano, le ripercussioni sarebbero catastrofiche.