La partita a due fra auto termica ed elettrica viene condizionata da un arbitro fazioso. Che fischia sempre e solo a favore del full electric: incentivi prima e dopo l’acquisto, esenzione dal bollo (tassa di proprietà regionale), possibilità di viaggiare nelle Ztl, nell’Area B e C di Milano, sgravi fiscali sul rifornimento. Eppure, le vetture a benzina o diesel continuano a staccare in classifica le macchine a batteria. Con un arbitro imparziale, con le regole uguali per tutti, i veicoli a combustione sbranerebbero le altre. Il telefonino intelligente ha divorato gli altri in condizioni di massima equità: non c’erano vantaggi per nessuno. L’auto elettrica avrebbe dovuto fare lo stesso, e invece non ne ha la capacità.
Parità da ristabilire
Sarebbe opportuno lo stop alle multe alla Case auto che vendono diesel e benzina. I produttori di auto e furgoni rischiano di incorrere in potenziali multe fino a 16 miliardi di euro perché troppo inquinanti o in significativi costi di conformità, tra cui opzioni come il pooling, la determinazione dei prezzi o la riduzione delle impronte di produzione. Sono anche gli unici soggetti a pesanti multe per condizioni che sono al di fuori del loro controllo, come l’insufficiente implementazione di infrastrutture di ricarica e rifornimento di idrogeno.

Dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica
La Commissione concluderà a breve il Dialogo strategico Ue sul futuro dell’industria automobilistica per risolvere la questione delle sanzioni del 2025 per auto e furgoni. “Le soluzioni sul tavolo per i veicoli leggeri sono flessibilità e non un’inversione a U nella politica di decarbonizzazione. Non c’è ritorno alla transizione: oltre 250 miliardi di euro di investimenti da parte dei produttori di veicoli in tecnologie a zero emissioni ne sono la migliore testimonianza”, ha affermato Sigrid de Vries, direttore generale dell’Associazione europea dei costruttori di automobili (Acea).