Per chi abbraccia una visione green e sta pensando di acquistare un’auto elettrica, ci sono notizie abbastanza incoraggianti. Negli ultimi anni, i prezzi delle vetture a zero emissioni sono diventati più accessibili, almeno in Europa. Mentre i costi di produzione e vendita dei veicoli a benzina e diesel sono aumentati del 7% dal 2018 al 2024, il prezzo medio delle auto elettriche è diminuito del 15%.
Nonostante questa riduzione, i costi rimangono elevati rispetto alle controparti tradizionali. In Italia, il mercato delle auto elettriche non ha ancora preso il volo. Oltre ai prezzi, che rimangono un ostacolo significativo, la carenza di un’infrastruttura di ricarica capillare e la diffusa “ansia da autonomia” scoraggiano molti consumatori. Non aiuta nemmeno il rapido deprezzamento delle auto elettriche sul mercato dell’usato.
Secondo Felipe Munoz, Senior Analyst di Jato Dynamics, un’auto elettrica in Italia costa ancora il 25% in più rispetto a un modello con motore a combustione interna. Anche se questa differenza fosse del 36% nel 2023, una riduzione significativa, il gap è comunque importante. Si spera in un ulteriore calo, soprattutto con l’arrivo di nuovi modelli elettrici sotto i 30.000 euro.
Il confronto con la Cina rimane impietoso. Nel Paese asiatico, dove l’industria dell’auto elettrica è in pieno boom, il prezzo medio delle auto elettriche è di soli 29.682 euro, ben al di sotto dei 67.058 euro richiesti in Italia e dei 62.709 euro della media europea. Questo divario spiega il dominio cinese sul mercato globale delle auto elettriche, con il 51% dei veicoli prodotti nel mondo proveniente da aziende cinesi, contro il 22% degli Stati Uniti e appena il 18% dell’Europa. L’Italia, con una quota di mercato delle immatricolazioni EV ferma al 4%, è ben lontana dalla media europea.
Tra il 2018 e il 2024, i prezzi delle city car elettriche nel nostro Paese sono aumentati del 14%, allontanando ancora di più i consumatori. Il 2025 potrebbe rappresentare un punto di svolta, con il debutto di nuove auto elettriche nei segmenti A e B, proposte a prezzi più competitivi. Resta però il dubbio: gli italiani sono davvero pronti a rinunciare alle loro auto termiche? Per ora, sembrano preferire la sicurezza e l’affidabilità delle loro vecchie vetture.